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1) Dizion. 5° Ed. .
FESTA.
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FESTA.
Definiz: Sost. femm. Celebrazione che con solenne rito e cerimonia la Chiesa fa in memoria di qualche mistero, o in commemorazione di qualche Santo; ovvero per solennizzare il giorno del Signore.
Dal lat. festa, plurale di festum. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 95: E però è detta questa festa Epifania, ch'è uno nome greco, ch'è a dire Apparizione superna.
Esempio: Dant. Parad. 16: Il cui nome, e il cui pregio La festa di Tommaso riconforta.
Esempio: Cell. G. Maestruzz. volg. 2, 27: Le ferie solenni, ovvero festive, sono alquante precipue feste, cioè il Natale del Signore, ec.
Esempio: Vill. F. 172: Ogn'anno vi fanno solennemente celebrare la sua festa.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 482: La festa di Tomaso; cioè la festa di santo Tomaso, dottore novello d'Aquino, che si fa ogni anno.
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 119: Costumavasi a quella età nella città di Venezia, come si usa tra noi ancora, che le fanciulle maritate in quello anno, andassero publicamente, i dì più solenni, a visitare quelle chiese dove si faceva la festa.
Esempio: Grazz. Pros. 44: Usanza è stata sempre mai nel nostro contado che i preti della villa, quando per avventura è la festa alla lor chiesa, invitano tutti i preti loro vicini.
Esempio: Gualter. Descr. Nozz. 33: Poi è san Bernardo delli Uberti che fu cardinale, ed è uno de' protettori di nostra città, le case della cui famiglia erano dove oggi è il palazzo del G. D., o in una capella che v'è di questo titolo, si celebra la festa.
Esempio: Segner. Mann. giugn. 29, 4: Sii fedele ad esso nel credere, ma non meno ancor sii fedele ne l'operare, ch'è ciò, che singolarmente da te richiede la festa d'oggi.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 36: Che si faccia l'uffizio de' morti, O la festa del santo titolare.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 127: Essi (i frati) la messa cantano alle feste.
Definiz: § I. E per Il giorno, in cui dalla Chiesa si fa cotale celebrazione, e nel quale è vietato di attendere alle opere servili; Giorno di festa, Giorno festivo. –
Esempio: Vill. G. 6, 59: Dando ogni anno certo censo al Comune per la festa di san Giovanni di giugno.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 209: Appressandosi la festa del Natale, la donna disse al marito, ec.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 340: Accettò graziosamente le profferte del fiorentino, e ancora, come uomo di buona memoria, per la festa di santo Giovanni Battista seguente pensò d'andare a Firenze, e a casa di costui.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 529: Ingegnerommi, s'io la potrò vedere in queste feste, sanza farne altra dimostrazione.
Esempio: Borgh. V. Opusc. 5: Circa le feste di Natale, si tolse per insegnarci, massime le minuzie greche, maestro Chimenti.
Esempio: Marcellin. Metam. 93: Fecero domenica la sacra della chiesa loro.... Ora essendo il dì innanzi la festa in casa que' nostri parenti.... concorsi molti, ec.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 3, 729: Andare.... alle chiese metropolitane ogn'anno la seconda festa di pasqua, come soleano.
Esempio: Vallisn. Op. 1, 75: Ogn'anno, otto o dieci giorni avanti la festa di S. Lorenzo,... si vede ec.
Esempio: Leopard. Poes. 125: Or la squilla dà segno Della festa che viene.
Definiz: § II. Poeticam. e in locuz. figur. –
Esempio: Leopard. Poes. 126: Cotesta età fiorita È come un giorno d'allegrezza pieno,... Che precorre alla festa di tua vita. Godi, fanciullo mio; stato soave, Stagion lieta è cotesta. Altro dirti non vo'; ma la tua festa Ch'anco tardi a venir non ti sia grave.
Definiz: § III. E per Solenne celebrazione presso i pagani od altri popoli non cristiani. Ed altresì Il giorno, in cui essa facevasi, o si fa. –
Esempio: Marc. Pol. Mil. 130: Fanno [i Tarteri] lor festa in capo d'anno del mese di febbraio.
Esempio: Med. L. Op. 2, 85: Vinsi l'altrier, per la festa di Pana, Una vacca che avea drieto la reda.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 22: Di cui celebran la festa lieti e con ogni maniera di gioco; là dove onorano la memoria della seconda con sacrifizj misti di duolo e di mestizia.
Esempio: Dav. Tac. 1, 249: La festa de' cent'anni si vide quest'ottocentesimo dopo Roma edificata.
Esempio: Serdon. Stor. Ind. volg. 753: Del mese di luglio fanno la festa di Daimaogin, il quale dicono essere stato uomo di gran santità.
Esempio: Borgh. S. Tertull. 197: Intervenghiamo a' Saturnali, alle Calende di gennaio, alla Bruma, alle feste matronali.
Esempio: E Borgh. S. Tertull. 201: Ma, dirai, si accoppiano a queste feste i sacrifizj.
Esempio: Manfred. Elem. Cronol. 50: Benchè vi sieno questi dubbj nell'anno della fondazione di Roma, tutti convengono del giorno, che fu nella festa della Dea Pale, la qual festa chiamavasi da' romani Palilia.
Definiz: § IV. E per Pubblico festeggiamento a fine di celebrare qualche avvenimento, qualche personaggio, e simili, o che si fa per alcuna ricorrenza. –
Esempio: Bocc. Vit. Dant. 40: Per alcuna general festa de' Senesi. E Rim. 70: Deh, dov'è la gran festa, Ove 'l trionfo di Sempronio Gracco, Che fe' degli Affrican così gran fiacco?
Esempio: Ar. Orl. fur. 16, 8: Una splendida festa che bandire Fece il re di Damasco in quelli giorni.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 17, 67: Per allegrezza de la buona nuova Prepara il nostro Re la ricca festa.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 72: Chi avrebbe mai tanto ingegno, chi tanta facondia, il qual potesse con sufficienti parole esprimere il magnifico apparato di quelle feste?
Esempio: Dav. Tac. 1, 341: E per non si vituperare affatto, giocando ancora nel teatro pubblico, trovò la nuova festa detta giovanile.
Esempio: Zanott. G. P. Stor. Accad. 2, 240: Si fece pure co' suoi disegni ed assistenza in Gratz.... una solenne festa ad onore dell'augustissimo padrone.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 478: Don Abbondio, uggioso in mezzo a tanta festa, e per il fracasso che lo sbalordiva, e per il brulicar della gente innanzi e indietro, ec.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 587: Emanò il governatore una grida, in cui ordinava pubbliche feste.
Definiz: § V. E per Pubblico spettacolo, divertimento, dato in occasione dì qualche festeggiamento. –
Esempio: Segn. B. Poet. volg. 295: Adduceva in esempio di ciò quelle feste, che anticamente facevansi al tempo di Lorenzo de' Medici.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 281: Io ho nel teatro un luogo.... per istare a vedere le feste.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 31: Avea fatto disegno Venirci questo carnoval per fare L'obbligo, e in parte veder queste nostre Feste carnescialesche.
Esempio: E Cecch. Lez. M. Bartolin. 37: Festa è quella, che si fa di maggio, come quando le Potenzie della Mela e della Nespola armeggiano.
Esempio: E Cecch. Lez. M. Bartolin. appr.: Feste si chiamano le giostre e i torniamenti.
Esempio: Dav. Tac. 1, 407: Finita la festa, Poppea morì d'un calcio.
Esempio: E Dav. Tac. 2, 85: Valente gli fece poi la festa de' gladiatori in Bologna, con apparato fatto venire da Roma.
Esempio: Niccol. Strozz. 40: Il duca almeno Sempre in festa ci tenne.
Definiz: § VI. Festa dicesi altresì a Quella lieta e solenne celebrazione di qualche fausto avvenimento, che si faccia in case private, invitando, e più spesso convitando, i parenti e gli amici. Ed anche per Lo stesso convitare. –
Esempio: Fiorett. S. Franc. 102: Va' istamane, e onora gli amici tuoi, che t'hanno invitato alla festa, e desina con loro.
Esempio: Vill. G. 269: Fece per lo giorno della sua nascita una ricca e magna festa.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 264: Sentendo lui il dì d'Ognissanti in Rossiglione dover fare una gran festa di donne e di cavalieri,... là se n'andò.
Esempio: E Bocc. Decam. 5, 184: Giostrava, armeggiava, faceva feste, e donava.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 128: E compiuta questa festa, l'altro dì mandò messer Bonaccorso per ser Ciolo, che desinasse con lui;... e chiamò li suoi famigli, ed in sua presenza e' disse a loro: Ogni festa, ch'io do mangiare altrui, fate che voi provveggiate di uno tagliere più per ser Ciolo.
Esempio: Borgh. V. Ling. tosc. S. 1, 128: Ogni festa ch'io do mangiare altrui.... Festa allora dì solenni, quando faceano convito.
Esempio: Marcellin. Metam. 84: Tu non sarai mai invitato nè a feste nè a conviti.
Esempio: Cecch. Lez. M. Bartolin. 37: Festa è quella che si fa ordinariamente in cucina, che in contado è chiamata gaudeamus, e gozzoviglia.
Definiz: § VII. E per Dimostrazione di allegrezza, di gioia, di giubbilo; ed anche per Allegrezza, Gioia, Giubbilo, Tripudio. –
Esempio: Dant. Purg. 30: Vidi la donna.... Velata sotto l'angelica festa Drizzar gli occhi ver me.
Esempio: E Dant. Parad. 12: Poichè il tripudio e l'altra festa grande.... Insieme a punto, ed a voler quietarsi, ec.
Esempio: E Dant. Parad. 14: Quanto fia lunga la festa Di Paradiso, tanto il nostro amore Si raggerà dintorno cotal vesta.
Esempio: E Dant. Parad. 30: Così mi si cambiaro in maggior feste Li fiori e le faville.
Esempio: Mars. Lett. 29: Allora con più festa e più consolazione prenderete piacere di lui.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 152: Quale la festa della madre fosse, rivedendo il suo figliuolo, quale quella de' due fratelli.... non si potrebbe con parole spiegare.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 238: E così feciono: chè su l'ora della cena Noddo e Michele con la maggior festa del mondo andarono a manicare.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 796: In maggior feste, cioè in maggiori letizie.
Esempio: Poliz. Rim. C. 51: Ogni loro atto sembra festa e gioco.
Esempio: Ar. Orl. fur. 40, 38: Spero che n'abbi a liberar, se vivi, E trar d'affanno e ritornarne in festa.
Esempio: Bemb. Rim. 38: Or è ben giunta ogni mia festa a riva, Ed ogni piacer rivolto in pianto.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 198: Aresti avuto gran contento in vedere le allegrezze che facevano le vostre figliuole di tante cose; che chi piangeva e chi rideva per la festa.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 527: In mezzo però alla festa e alla baldanza c'era.... un'inquietudine, un presentimento che la cosa non avesse a durare.
Definiz: § VIII. E figuratam. –
Esempio: Med. L. Op. 2, 138: Non vidi mai fanciulla tanto onesta, Nè tanto saviamente rilevata, Non vidi mai la più pulita testa, nè sì lucente, nè sì ben quadrata; Ed ha due occhi, che pare una festa, Quand'ella gli alza, e che ella ti guata.
Definiz: § IX. E per Sollazzo, Divertimento, Piacere. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 114: E quante utili oneste Vie sprezzai, quante feste.
Esempio: Med. L. Op. 1, 221: Io vo' lasciare balli e canti e feste A questi più felici e lieti amanti.
Esempio: Poliz. Rim. C. 193: Però quel brieve tempo che ti resta, Usalo, donna, accortamente e bene, Usalo dolcemente in canto e 'n festa.
Esempio: Cant. Carn. 273: Di paesi lontani e di stran loco, Lasse, venute siamo appoco appoco, Sol per darvi diletto, festa e giuoco.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 14: Egli era bel, grazïoso, e umano, Sicuro quanto ogni altro uccel che voli, Da tenersel per festa a ignuda mano.
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 255: E morte or m'è, che m'era festa e gioco.
Esempio: Varch. Boez. 39: Se questa festa ti piace, monta su.
Esempio: Leopard. G. Cap. piac. 96: Se volete Trapassar con festa e gioia, Nulla al mondo vi dia noia.
Definiz: § X. E per Accoglienza molto lieta, ed altresì per Carezze, che si facciano altrui, per dimostrazione di gioia, di benevolenza, e simili. –
Esempio: Dant. Purg. 26: Baciarsi una con una, Senza restar, contente a breve festa.
Esempio: E Dant. Parad. 15: E però non ringrazio, Se non col cuore, alla paterna festa.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 84: E veggendo la giovane, prestamente la riconobbe, e con festa la ricevette.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 6, 368: E per aver da lei carezze e festa, La guarda, e madre appella, e move il riso.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 71: Io offerisco di dotarla, e pascolo Colla festa.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 27: Che grazie si riceve, che favori, Che festa, che dolcezza, che maniera!
Definiz: § XI. E per Cosa da mangiare o altro, solita darsi o vendersi alle feste. Onde Portare della festa, vale Recare in dono alcuna di tali cose. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 30: Portando loro della festa e dell'acqua benedetta.
Esempio: Cas. Pros. 2, 74: Non lo perder dunque, e non ispendere in ciriege e in susine, nè in feste ed amori di montagna, sì bella e sì cara occasione.
Definiz: § XII. Festa, si usò anche, in modo scherzevole, per Burla, Celia, Scherzo fatto ad alcuno. –
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 85: M'è stato detto di non so che festa, Che voi gli fate, quand'egli è a cavallo.
Esempio: Cecch. Lez. M. Bartolin. 37: Festa [si chiama] la baia che si fa tal volta a uno, e dicesi: o ve' la festa!
Definiz: § XIII. Festa, dicesi a modo di antifrasi e nel linguaggio familiare, per Cosa lunga, intricata, noiosa, e simili, ed altresì per Cosa o Fatto non buono, dannoso, e che si ripete spesso. –
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 50: Ma perchè ogniun gli rompeva la testa, Ogniun la domandava e la voleva, E a lui non piaceva questa festa, ec.
Esempio: Sassett. Lett. 335: Vo di su e di giù, e durerà questa festa quanto Iddio vorrà.
Esempio: Dav. Tac. 1, 255: Onde i soldati che più non poteano (e questa festa era in più provincie) fanno segretamente una supplica.
Esempio: Red. Lett. 3, 184: Se bene ella poi ritorna alla solita abbondanza di latte, nulladimeno questa festa non mi piace.
Definiz: § XIV. E in senso particolare, e per lo più con qualche scherzo, per Combattimento, Pugna; usato anche con qualche aggiunto. E nello stesso senso trovasi anche Festa dell'armi. –
Esempio: Bern. Orl. 31, 22: Quel maladetto l'aspetta nel prato, E tien alzato il suo baston pesante: Quest'altra festa fu come la prima; Dell'elmo quel baston lo colse in cima, E mandò giù Prasildo tramortito.
Esempio: E Bern. Orl. 36, 23: Ferì lui l'affrican sopra la testa, E tutto il fesse insin sotto al gallone; Or non è più chi star voglia alla festa; Vanno in fuga le bestie e le persone.
Esempio: E Bern. Orl. 43, 60: Era bella a vedere e fiera festa, Petto per petto urtar, testa per testa.
Esempio: E Bern. Orl. 44, 41: D'esser primo a levarsi ognun procura, Per tornar con le spade all'altra festa.
Esempio: E Bern. Orl. 53, 1: Quando la tromba all'aspra, orrenda festa Dell'armi suona.
Definiz: § XV. Festa, si disse una Specie di dramma popolare, alquanto rozzo. –
Esempio: Varch. Ercol. 345: Per lasciare stare molte maniere di componimenti plebei, come son feste, rappresentazioni, frottole, disperati, rispetti, ec.
Definiz: § XVI. Dolente festa, Dolorosa festa, valgono Eccidio, Sterminio, Morte, e simili. –
Esempio: Tav. Rit. 1, 498: Caro mio zio, voi siate lo ben venuto, che siete venuto alla mia dolorosa festa, la quale tanto tempo avete disiderata,... imperò che tosto vederete morto il vostro Tristano.
Esempio: Bern. Orl. 58, 65: Or si comincia la dolente festa, Già è giunto il signor di Montalbano Sopra Baiardo con la lancia in resta.
Definiz: § XVII. Festa comandata, mobile festa mobile, immobile festa immobile, solenne festa solenne. –
V. Comandato, § VIII, Mobile, Immobile, Solenne.
Definiz: § XVIII. Festa d'intero precetto, o Festa intera, dicesi La festa, nel cui giorno, oltre all'obbligo d'ascoltare la messa, non si può attendere alle opere servili.
Definiz: § XIX. E Mezza festa, Quella, nel cui giorno corre soltanto l'obbligo di ascoltare la messa.
Definiz: § XX. Giorno di festa, delle feste, o della festa, o Dì, di festa, od anche delle feste o della festa, vale Giorno festivo; in contrapposizione a Giorno, o Dì, di lavoro, o feriale. –
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 331: I componitori delle leggi ordinarono i dì di festa, acciocchè gli uomini fossero costretti piuvicamente a letizia.
Esempio: Tratt. Dottr. Crist. 14: Peccar in dì di festa è più grave che in dì di lavorare.
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 488: Lo condussono (il Filelfo) a legger Dante in santa Liberata, il dì delle feste.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 149: Sia detta capanna volta a mezo dì, acciò che la famiglia nell'inverno vi si possa stare a passarsi al sole i giorni di festa.
Esempio: E Bart. C. Archit. Albert. 158: Stanze che servino a riporre le vesti per i dì delle feste.
Esempio: Dav. Scism. 402: Delle quali [omelie] ogni dì di festa n'era letta una in pergamo a voce alta, quando non v'era predicatore.
Esempio: Galil. Op. lett. 297: Non importa che tu ti rivesta, E che tu faccia differenza alcuna, Che sia dì di lavoro o dì di festa.
Esempio: Segner. Pred. 711: Essi ne' dì di festa son qui tornati, essi ne' dì di fatica, a pigliare i vostri santissimi insegnamenti.
Esempio: Leopard. Poes. 125: Reca in mano Un mazzolin di rose e di vïole, Onde, siccome suole, Ornare ella si appresta Dimani, al dì di festa, il petto e il crine.
Esempio: E Leopard. Poes. appr.: E novellando vien del suo buon tempo, Quando ai dì della festa ella si ornava.
Esempio: Capp. Econ. 391: Non praticando i loro vicini, fuorichè alla parrocchia i giorni di festa, ec.
Definiz: § XXI. Festa di ballo, vale Ballo fatto con qualche apparato, e dato più spesso nei giorni del carnevale: e dicesi anche assolutam. Festa. –
Esempio: Bandell. Novell. 4, 147: Quivi era divenuto Romeo consideratore de le bellezze de le donne che erano su la festa, e questa e quella più e meno, secondo l'appetito, commendava, e senza danzare l'andava in cotal maniera diportando.
Esempio: Segn. A. Mem. Viagg. Fest. 44: Festa di ballo ordinata a posta da essi per divertimento di S. A., e dove ella si era condotta mascherata.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 33: Quando al Casin de' Nobili invitato Fu il Dèy d'Algeri a quella magna festa.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 206: Talvolta la pompa de' palazzi, lo splendore degli addobbi, il brulichìo e il fracasso giulivo delle feste le comunicavano un'ebbrezza, un ardor tale, ec.
Definiz: § XXII. Buone feste; maniera di augurare altrui, che passi felicemente i giorni delle feste del Natale o della Pasqua; ed altresì L'augurio stesso, fatto in tale occasione. –
Esempio: Galil. Comm. ep. 1, 324: Mi favorisca far le mie scuse appresso monsignor Ciampoli delle tralasciate buone feste, come impedito dal male.
Esempio: Dat. Lett. 14: Buone feste e buona Pasqua a V. S. illustriss.... e a tutti gli amici.
Definiz: § XXIII. A festa, posto avverbialm., detto di campane, e col verbo Sonare a festa, o Scampanare a festa, vale A doppio e a disteso per annunziare qualche festa, o in segno di pubblica letizia. –
Esempio: Burch. Son. 1, 108: Le campane roman sonaro a festa.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 409: Stette attento, e riconobbe uno scampanare a festa lontano.... Di lì a poco, sente un altro scampanio più vicino, anche quello a festa.
Definiz: § XXIV. E per similit., detto di altro strumento. –
Esempio: Bern. Orl. 5, 44: E 'l corno da sonare altro che a festa (qui in locuz. figur.).
Definiz: § XXV. E figuratam. e in ischerzo, detto di persona, vale Menando di gran colpi sull'avversario. –
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 26, 38: Ma Ricciardo ancor ei pur suona a festa, E dàgli una percossa così pazza, Che lo disgamba.
Definiz: § XXVI. E con gli adiettivi Vestito a festa, Parato a festa, e simili, vale Con vesti od ornamenti, quali si costumano nei giorni festivi, o di pubblica letizia. –
Esempio: Dav. Tac. 1, 116: Stomacò soprattutto la casa in piaza parata a festa.
Esempio: Lanz. Stor. pitt. 2, 226: Le sue madonne son piene di un'amabilità modesta,... i santi di bel carattere di teste, e bene atteggiati a divozione, e, per così dire, vestiti a festa, ove usano arredi da chiesa.
Esempio: Leopard. Poes. 78: Tutta vestita a festa La gioventù del loco Lascia le case, e per le vie si spande.
Definiz: § XXVII. Dal dì delle feste, o Del dì, delle feste, aggiunto di cosa od anche di persona, dicesi, ma più spesso in ischerzo, per Solenne, Segnalato, Assai eccellente nel suo genere. –
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 130: Per le man me la metteste Per una fante dal dì delle feste.
Esempio: Aret. Capit. 4: Senza alcun dubbio in ascendente aveste Madama Calliope e mona Clio, Onde sete uomo dal dì delle feste.
Definiz: § XXVIII. Delle feste o Di festa, ed anche Dalle feste, e Dal dì delle feste, detto di vestito delle feste, di festa, dalle feste, o dal dì delle feste , abito delle feste, di festa, dalle feste, o dal dì delle feste, e simili, vale Che s'indossa nei giorni di festa, Festivo; e col verbo Vestire delle feste, di festa, dalle feste, o dal dì delle feste, vale Come si usa nelle feste. –
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 92: Ancor non ho io detto della peste Quel ch'io potevo dir, maestro Piero, Nè l'ho vestita dal dì delle feste (qui in locuz. figur.).
Esempio: Segner. Incred. 307: Uno [fanciullo] di cinque anni svegliato,... perchè venisse al supplizio, senza smarrirsi chiese di subito i suoi panni di festa, e vestitosi prestamente, ec.
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 8, 4: Quivi si raffazzona, ed il collare Si mette ed il vestito dalle feste.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 409: Si distingueva, nella strada in fondo alla valle, gente che passava,... tutti col vestito delle feste, e con un'alacrità straordinaria.
Definiz: § XXIX. E festa; maniera familiare, con la quale si termina una breve enumerazione, o un breve racconto, avvertimento, e simili; e vai quanto, E niente altro, Senza aggiungere altro, E basta. –
Esempio: Fag. Rim. 3, 321: Seguiva a dir che, di san Pier la vesta Gode d'esservi addosso: e per dir tutto, Ch'eri figliuol di vostro padre, e festa.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 37: Dateci.... Pane, formaggio, un bicchierino, e festa.
Definiz: § XXX. Accomodare uno pel dì delle feste, o per le feste, Acconciare uno pel dì delle feste, o per le feste o Conciare uno pel dì delle feste, o per le feste, Aggiustare, uno pel dì delle feste, ed anche per le feste, dicesi figuratam. e con un certo scherzo, per Recargli grave danno sia nella persona o nella salute, sia nella riputazione; ed anche Rendergli un cattivo servigio, Fargli cosa che gli rechi molto dispiacere. –
Esempio: Varch. Ercol. 135: Conciare alcuno pel dì delle feste,... significa nuocergli col dirne male.
Esempio: Grazz. Pros. 250: Se tu non hai operato altramente, tu m'hai servito ed acconcio per il dì delle feste.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 371: Eh! i' vuo' ben io conciarvelo Per il dì delle feste.
Esempio: Ambr. Bern. 2, 6: M'acconceresti pel dì Delle feste.
Esempio: Sassett. Lett. 292: Vedete un poco se voi m'avreste concio pel dì delle feste.
Esempio: Bellin. Framm. Lett. 322: Dovette subito arrivato mettersi nelle mani del signor Leonardo di Capua, da cui, e poi da altri medici d'altra fazione deve essere stato aggiustato pel dì delle feste.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 20, 87: Perdon ti domando, Se ti fo male. E con queste proteste, Ziffe; e l'aggiusta pe 'l dì delle feste.
Esempio: Fag. Rim. 5, 193: Tu ti metti in certe teste, Zucche vote senza sale; Gonfi poi gente cotale Che t'aggiusta pelle feste.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 217: Se c'è, se lo arrivo a scoprire,... ti so dir io, Griso, che lo concio per il dì delle feste.
Definiz: § XXXI. Figuratam., detto di cosa, o riferito a cosa, vale Danneggiare gravemente. –
Esempio: Red. Lett. 2, 79: Questi freddi così grandi mi hanno acconcio per il dì delle feste.
Esempio: E Red. Lett. 2, 209: Al sonetto.... ho dato il buon viaggio, e l'ho accomodato pel dì delle feste, col servirmene a fare una baldoria per cuocere una frittata alla fiorentina.
Definiz: § XXXII. Andare a festa, vale Andare ad assistere, a prender parte, a qualche divertimento, spettacolo, e simili. –
Esempio: Benciv. Esp. Patern. volg. 20: Si dorme e sogna che vae a festa ed a nozze.
Definiz: § XXXIII. Avere festa o Pigliar festa, vale figuratam. Darsi buon tempo, Divertirsi, Spassarsi. –
Esempio: Cavalc. Esp. Simb. 1, 165: Ma sappiano questi deliziosi, che se elli vogliono ora godere e avere festa, piangeranno in eterno e fieno in vigilia.
Esempio: Buson. Gubb. Avvent. Cicil. 77: Pigliando insieme molta festa e sollazzo.
Definiz: § XXXIV. Comandare la festa, vale figuratam. Farla da padrone. Esser colui che conta più degli altri. –
Esempio: Salvett. Rim. burl. 226: Or che dicon laggiù ne' campi elisi Confinati gli eroi frall'ombre meste, Quando veggon lassù sì fatti visi Che comandan le feste?
Definiz: § XXXV. Dar festa agli scolari, dicesi per Dar loro vacanza dalla scuola: e figuratam., Dar festa ad alcuno, dicesi per Lasciarlo in libertà, Non tenerlo più oltre occupato in qualche operazione o a stare a sentire quello che diciamo; ed altresì, Dargli licenza. –
Esempio: Cas. Rim. burl. 7: S'io mi ricordo bene, a dir mi resta Come si mena pel forno la pala; E poi vi mando a casa, e dovvi festa.
Esempio: Lipp. Malm. 10, 42: Il Garani, che stava alle velette, Vedendo che 'l compar viene alla cesta, Che le scope si spengano commette, Ed in un tempo a' giuocator dà festa.
Esempio: Not. Malm. 2, 770: A' giuocator dà festa. Fa restar di giuocare, Licenzia i giuocatori. Dar festa agli scolari, vuol dire Licenziar la scuola: e di qui dicendosi Dar festa, s'intende licenziare ogni sorta di lavoro.
Definiz: § XXXVI. E figuratam. –
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 260: I' me n'era tolto giù per l'affatto, pensandomi.... che la Musa mia.... m'avesse dato festa.
Esempio: Bertin. A. F. Fals. scop. 61: Me ne rimetto, non già al vostro giudizio, cui tuttor date festa, ma al giudizio di quelli che lo tengon sempre a bottega.
Definiz: § XXXVII. Darsi festa, vale Divertirsi, Sollazzarsi, Darsi buon tempo. –
Esempio: Sannazz. Arcad. 6: E ciascuno, varie maniere cercando di solazzare, si dava maravigliosa festa.
Definiz: § XXXVIII. Dar le buone feste ad alcuno, dicesi per Augurargli che passi felicemente i giorni festivi del Natale o della Pasqua. –
Esempio: Maff. G. P. Vit. Confess. 3, 165: Venuto poi il Natale del Salvatore, se ne andò Anselmo a dare le buone feste al Re.
Esempio: Dat. Lepid. 63: Andando in villa a dargli le buone feste, il maggiore.... gli domandò delle nuove di Firenze.
Esempio: Segn. A. Lett. IV, 3, 300: Il dar le buone feste agli amici fu sempre e sarà.... una solenne minchioneria.
Esempio: Fag. Rim. 7, 230: Questi son lieti augurj in fede mia Ch'hanno sustanza, e in dire non finiscono, Le buone feste do a Vosignoria.
Esempio: E Fag. Rim. appr.: Quest'è solennizare il dì festivo Del giorno natalizio del Signore.... Pertanto a voi do io con tutto il cuore, E a tutti in giorno tal le buone feste.
Esempio: Saccent. Rim. 1, 185: La mia Non è penna da dar le buone feste.
Definiz: § XXXIX. Dire ad alcuno il nome delle feste, trovasi per Bistrattarlo fieramente, Cantargli l'antifona, e simili. –
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 4, 62: Orlando dalle risa si smascella, Vedendo Ferrautte in quella veste. Dolgono agli altri i fianchi e le budella, E gli dicono il nome delle feste.
Definiz: § XL. Esser buono alla festa de' Magi, si disse in maniera proverbiale di persona, per Non esser buono a nulla;
presa la similitudine dalle befane, e dai fantocci che s'usano ne' presepj per la festa de' Magi, ossia dell'Epifania. –
Esempio: Grazz. Comm. 411: Io vo' rimanere qui,... e guardar se io vedessi per sorte il padrone, per soccorrerlo se bisognasse. R. Tu saresti buono alla festa de' Magi.
Definiz: § XLI. Esser la festa di uno, vale Essere il giorno nel quale la Chiesa festeggia il Santo, del cui nome è chiamato quel tale, Essere il suo giorno onomastico, e si estende anche al giorno natalizio.
Definiz: § XLII. Essere in festa o in feste, Stare in festa o in feste, o Vivere in festa, ed anche in feste, vale Stare allegramente; Festeggiare; ed altresì Gioire. –
Esempio: Vill. M. 112: Tornato a Napoli con grandi onori, stette in festa più dì tutta la terra delle buone novelle.
Esempio: E Vill. M. 239: Istette in festa alcuni dì di suo soggiorno.
Esempio: Buonacc. Montem. Pros. Rim. 276: Che meco piange il cor, lì vive in festa (qui figuratam.).
Esempio: Pulc. L. Morg. 20, 77: Che sento che si sta quel traditore In Babbillona in gran trionfo e festa.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 2, 412: Tutta Roma è stata oggi in festa.
Esempio: Ar. Orl. fur. 7, 31: Spesso in conviti, e sempre stanno in feste, In giostre, ec.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 4, 14: Or mentre stavan essi in gioia e in festa, A loro venne di Francia un araldo Con nuova acerba dolorosa e mesta.
Definiz: § XLIII. Far festa, vale Celebrare con rito e cerimonie solenni alcun giorno dell'anno; Festeggiare. –
Esempio: Martin. T. V. 2, 154: Tre volte l'anno farete festa in onor mio.
Definiz: § XLIV. Far festa, o feste, vale Festeggiare, Fare festeggiamento, per lo più pubblico. –
Esempio: Marc. Pol. Mil. 78: Sappiate che tutti gli Tarteri fanno festa di loro nativitade.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 150: Il popolo minuto in tal dì faceva festa coi vini nuovi.
Esempio: E Comp. Din. Cron. DL. 278: Andavano le compagnie del popolo facendo gran festa sotto il nome del cardinale colle insegne aute da lui in sulla piazza di Santa Croce.
Esempio: Sacch. Rim. M. 58: Fece già Roma trionfando festa.
Esempio: E Sacch. Op. div. 210: Popoli e Comun facean gran festa.
Esempio: Dat. Gor. Stor. 135: La mattina quando [i Priori] entrano in uficio si fa festa per tutta la città colle botteghe serrate.
Esempio: Morell. Cron. 321: Si bandì la detta pace, e di ciò si fece gran festa.
Esempio: Guicc. Op. ined. 1, 75: Correva uno temporale che tutti gli uomini da bene e savj facevano malvolentieri feste.
Definiz: § XLV. E Far festa, vale Menar festa o Sollazzarsi, Darsi allegrezza. –
Esempio: Lat. B. Tesorett. 111: I' vidi in altro loco La donna coronata Per una camminata Che menava gran festa.
Esempio: Tav. Rit. 1, 412: Mandiate per la reina Isotta, che vegna a fare festa colla reina Ginevra.
Esempio: Sacch. Rim. M. 200: Festa dee far chi vive in questo tempo.
Definiz: § XLVI. Far festa, ed anche Aver festa, dicesi propriamente di lavoranti, scolari, e simili per Aver riposo dal lavoro o vacanza dalla scuola; e figuratam., detto di chicchessia, per Cessare da quello che uno fa, Prender riposo. –
Esempio: Deput. Decam. 126: Avere festa si dicono l'opere quando escono dal lavoro, e i fattori dalle botteghe, ed i fanciulli dalle scuole; ed importa anche ella riposo, o più presto liberazione dalle fatiche e dal lavorare.
Esempio: Buonarr. Lett. 605: Lettasi allo studio la consueta lezione della Rettorica, e finitosene il primo libro, e festa fattasene,... alla solita gita ci demmo.
Esempio: Fag. Rim. 1, 116: E chè ti puzza l'essere immortale, Che appena tocco bomba, hai fatto festa?
Definiz: § XLVII. E pur figuratam. dicesi anche per Metter termine a un discorso, racconto, scrittura, e simili. E Facciam festa, o Fate festa, è modo di avvertire chi ci sta ascoltando, che abbiamo finito di dire, e che ognuno è libero di andarsene. –
Esempio: Bin. Lett. 275: Dirò solamente questa, e poi farò festa.
Esempio: Lipp. Malm. 12, 58: Finito è il nostro scherzo; or facciam festa.
Esempio: Not. Malm. 2, 865: Fate festa. Cioè, siete licenziati.
Definiz: § XLVIII. Far festa o le feste ad alcuno, vale Accoglierlo, Riceverlo, con dimostrazioni di allegrezza, di benevolenza, di amore. –
Esempio: Liv. Dec. 1, 103: Cortesemente Collatino invitonne i compagni e fece loro grande festa.
Esempio: Dant. Purg. 6: Quell'anima gentil fu così presta.... Di fare al cittadin suo quivi festa.
Esempio: E Dant. Parad. 21: Giù per li gradi della scala santa Discesi tanto, sol per farti festa Col dire e con la luce che m'ammanta.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 147: Abbracciò e basciò lui, e fecegli la festa grandissima.
Esempio: E Bocc. Decam. 3, 198: E quivi di fargli onore e festa non si potevano veder sazi.
Esempio: E Bocc. Decam. 4, 34: Trovato Guiscardo, insieme maravigliosa festa si fecero.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 401: E quivi fattasi co' figliuoli maravigliosa festa, essendo ogni uomo lietissimo di questa cosa, il sollazzo e 'l festeggiare multiplicarono.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 43: Poi che à mostrato che l'abbia riconosciuto, facendoli festa, dice, ec.
Esempio: Poliz. Rim. 2, 345: Amor ne viene ridendo, Con rose e gigli in testa, E vien di voi caendo; Fategli, o belle, festa.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 16, 31: E si abbracciano insieme, e si fan festa.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 21: È questo il bell'onor, la bella festa Che fate a un uomo che ha fatti più versi Che non avete voi capelli in testa?
Definiz: § XLIX. Per similit., detto di animale. –
Esempio: Med. L. Op. 2, 47: Nè la volpe era maliziosa e doppia: E non bisogna che la villanella Pei polli tenga il botol, che la cacci; Ma par, se pur vi vien, festa li facci.
Esempio: Nard. Amic. 1, 2: E se ei vede fortuna esserti amica, Come il can ti fa festa con la coda,... Così, ec.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 2, 462: Ma e' mi par che e' sia da assomigliarlo A un bracchetto uscito di catena Che corre qui e qua: a quello abbaia, A quell'altro fa festa.
Esempio: Baldin. B. Masch. 74: Credevasi ancora anticamente che i cani guardassero il tempio ed il bosco di Vulcano che era in Mongibello, e che eglino abbaiassero solamente agli empj e cattivi, e gli mordessero, e facesser festa a quegli che andavano divotamente a visitar quel tempio.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 437: Guarda il cane, e non ardisce accostarglisi, per timore che il buon bestione non gli mostri i denti, fosse anche per fargli le feste.
Definiz: § L. E figuratam., detto anche di cose. –
Esempio: Bart. C. Opusc. Albert. 11: Si vedevano i fiori schizzar fuora sino de' duri sassi e far festa alla Dea mentre che passava.
Definiz: § LI. E Far festa ad alcuno, vale anche Mostrarsi con esso benigno, cortese, Trattarlo con molta benevolenza, amicizia, cordialità. –
Esempio: Imit. Crist. 187: La natura si rallegra di molti amici e propinqui, si gloria di nobile luogo e nascimento, e fa festa ed umanità agli uomini potenti e ricchi; ma la grazia ama i nimici e non si estolle della turba degli amici.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 229: I' non mi posso, Arrigo mio, saziare Di farti festa e ringraziarti appresso, Considerando che la tua pietade Ha salvata la vita al mio fratello.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 408: Tu non mi fai più festa.
Definiz: § LII. Far festa con alcuno di checchessia, vale Rallegrarsene seco. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 121: Son certo lui n'ha fatto teco festa.
Definiz: § LIII. Fare festa di una cosa o per una cosa, o Menar festa, di una cosa o per una cosa, vale Dimostrare la propria allegrezza con atti e con parole; Esultarne. –
Esempio: Colonn. Guid. 104: O disavventurati Troiani, perchè menate voi festa delle nozze di Paris?
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 404: Quella [città] che delle sue prosperità (dell'Imperatore) festa e allegrezza facea.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 44: Mosso a misericordia, benignamente il ricevette, e fecene grande festa, e restituillo alla prima dignità.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 383: Ella non fu guari con Gualtieri dimorata, che ella ingravidò; ed al tempo partorì una fanciulla, di che Gualtieri fece festa.
Esempio: Vill. F. 144: Della quale vittoria o vero tradimento fatto in dispetto, danno e vergogna del Comune di Firenze, li Sanesi ne feciono bessa festa, dicendo sè a un'ora avere sconfitto il Comune di Firenze, e la compagna la quale tanto affannati gli avea.
Esempio: Ar. Orl. fur. 14, 7: Nostra salute nostra vita in questa Vittoria suscitata si conosce;... Ma nè goder potiam, nè farne festa, Sentendo ec.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 46, 19: Fa Vittor Fausto, fa il Tancredi festa Di rivedermi.
Esempio: Mellin. Ricord. 14: Una volta, in un'estrema carestia di grano,.., ne furono traportate da' venti due navi cariche a Livorno; ed egli,... facendone festa grande, mandò, ec.
Esempio: Segner. Mann. ott. 24, 1: Quel famoso padre evangelico, che fe' più festa al ritorno del figliuol prodigo, che non fe' in tutta la servitù che godeva dal figliuol buono.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 25, 9: Ora godete e fate festa D'avermi tratti gli occhi dalla testa.
Definiz: § LIV. Fare festa di una cosa o Prender festa di una cosa, vale Prenderne gran diletto. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 51: De' modi suoi e della simplicità sovente gran festa prendevano.
Esempio: Cas. Pros. 2, 45: Di sciocchezza, che altri dica, fa la festa e le risa grandi.
Definiz: § LV. Far la festa di S. Gimignano. Maniera proverbiale, che significa Dar fine a una cosa, Consumarla tutta, dall'essere santa Fina o Fine, la Santa patrona di quella Terra. –
Esempio: Lipp. Malm. 3, 57: E dove a mensa metter può la mano, Si fa la festa di San Gimignano.
Esempio: Not. Malm. 1, 291: La principale e più solenne festa, che si faccia in questa Terra, è di santa Fine, la qual Santa fu di quel luogo. E dicendosi Si fa la festa di San Gimignano, s'intende Si fa fine: e qui vuole esprimere, che questo barbiere dava fine a ogni cosa, che veniva in sulla mensa.
Definiz: § LVI. Far la festa ad una persona, dicesi per Giustiziarlo; ed estensivamente per Ucciderlo; e in questo senso si riferisce anche ad animali. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 15, 34: E cadde in basso con tanta tempesta; Che si ficcò più d'un braccio sotterra: Pensa se fatto gli arebbe la festa!
Esempio: Bern. Orl. 13, 16: Egli a lui, di superbia e d'ira caldo, Tira alla vita per fargli la festa: Rinaldo il colpo riparò col scudo.
Esempio: E Bern. Orl. 20, 38: E poco men che non gli fe' la festa.
Esempio: Segn. B. Stor. Fior. 179: Fu.... impiccato Lorenzo Soderini,... e per fargli onore, gli fu fatto la festa in piazza alla finestra dove stava il bargello.
Esempio: Ambr. Cofan. 1, 3: I quali avean in animo Di farli far la festa.
Esempio: Lipp. Malm. 11, 38: Pur trova un tratto un piè d'un tavolino, E Ciro incontra, e gli vuol far la festa.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 573: Quando si fa giustizia, è come si facesse una festa, e 'l popol viene come a una solennità; e di qui far la festa a uno.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 445: Pareva che volessero dire: fargli la festa a quel prete?
Definiz: § LVII. Far bella la festa. –
V. Bello adiettivo, § XLII.
Definiz: § LVIII. Far la festa senza alloro. –
V. Alloro, § VI.
Definiz: § LIX. Fare la festa senza alcuno o Finir la festa senza alcuno, dicesi per Concludere un negozio, senza di quello. Onde Non farsi la festa senza di uno o Non finirsi la festa senza di uno, dicesi per significare che senza quel tale non si conclude nulla. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 480: Hai gran pensiero non facciano la festa sanza te.
Esempio: Ar. Comm. 2, 7: Non si poteva senza me finir la festa.
Esempio: Baldov. Comp. dram. 60: Al discorso che sento, Sono ancor io degl'invitati. R. Questa È già cosa spianata; Senza di te non si faria tal festa.
Definiz: § LX. Finire la festa o Terminare la festa, dicesi per Sbrigare il negozio, la faccenda, che uno ha alle mani. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 5, 88: Che disïoso di finir la festa, Mira a passargli il petto con la lancia.
Esempio: Bern. Orl. 34, 53: Torindo questa turba fa venire, Per la festa d'Angelica finire.
Esempio: E Bern. Orl. 40, 44: Poi si rivolta per finir la festa Addosso a quella turba malandrina.
Esempio: Lipp. Malm. 7, 71: Bench'ei creda finita aver la festa, Tira di nuovo, e dà vicino al fondo.
Esempio: Not. Malm. 2, 597: Benchè ei creda finita aver la festa. Ancorchè egli creda aver terminato il negozio, cioè d'avere ammazzato Pigolone.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 6, 104: E giunse con quel colpo a ripentaglio Di terminare in quel punto la festa.
Esempio: Fag. Comm. 6, 179: Con uno o due bicchieri di vino, si finiva la festa.
Definiz: § LXI. E in modo basso, vale Avere una data condizione di cose suo fine, e propriam. cattivo. –
Esempio: Bern. Orl. 15, 56: Mangiaron gli altri tutto quanto il resto, Onde bisogna far provvisione, Se non che finirà la festa presto.
Definiz: § LXII. Guastare la festa o Sciupare la festa, vale propriam. Disturbare una festa, un divertimento, e simili; e figuratam. Disturbare un negozio, una faccenda, e simili, che si abbia alle mani. –
Esempio: Bern. Orl. 3, 83: Disse: Fratel, non mi guastar la festa, E va' pe' fatti tuoi; che tu hai el torto A dar fastidio a chi non ti molesta.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 354: Se tu guasti la festa, Ti romperò la testa.
Definiz: § LXIII. Prendere una cosa in festa o Pigliare una cosa in festa, vale Prenderla in ischerzo, in burla. –
Esempio: Bocc. Decam. 6, 37: Inteso il motto, e quello in festa ed in gabbo preso, mise mano in altre novelle.
Definiz: § LXIV. Osservare la festa, Santificare la festa, e si disse anche Guardare, la festa, vale Astenersi nel giorno festivo dalle opere servili, e compiere quegli atti di religione che la Chiesa prescrive. –
Esempio: Benciv. Esp. Patern. volg. R. 10: Tu hai molte fiate malvagiamente guardate le feste.
Esempio: Tratt. Dottr. Crist. 14: Per questo comandamento s'intende che tu guardi le feste comandate dalla Chiesa.
Esempio: Brev. Oraf. Sen. 2: Di guardare la festa di santo Luca, e di portare lo cero.
Esempio: S. Antonin. Confess. 66 t.: Chi ha signoria, o città o castello, è tenuto di fare guardare le feste comandate.
Esempio: Serdon. Stor. Ind. volg. 76: Osservano diligentemente il digiuno solenne dell'avvento del Signore e della quaresima,... e guardano religiosamente l'altre feste del Signore, de' Santi, ec.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 148: Su ciò si appoggia il terzo comandamento di santificare le feste.
Esempio: E Segner. Crist. instr. appr.: Santificare le feste vuol dire trattarle da sante, ciò che si adempie in due modi: l'uno è con ispendere la giornata nel culto divino,... l'altro è con rimuoverne l'impedimento dell'opere servili.
Definiz: § LXV. Voler la festa de' casi, o del fatto, di alcuno; vale Beffarsi, Ridersi di alcuno, de' fatti suoi: comunemente Voler la baia di alcuno o dei fatti d'alcuno. –
Esempio: Car. Apol. 197: Se lo fanno, perchè non vi conoscano, ancor essi non sanno; e se vi conoscono, e ve lo danno a credere, vogliono la festa de' casi vostri.
Definiz: § LXVI. È fatta la festa, vale Il negozio è sbrigato, Tutto è stato fatto e compiuto. –
Esempio: Pucc. A. Centil. 69, 22: Niuna cosa più v'era richiesta, Se non che 'l Papa la confermazione Gli avesse data; e fatt'era la festa.
Definiz: § LXVII. A poca festa adoperar pochi moccoli. Maniera proverbiale, che significa Ricompensare scarsamente alcuno dello scarso servigio che ci ha reso. –
Esempio: Cecch. Samar. 2, 3: E' s'era il buon compagno (il medico) affatto Scordato l'ammalato, e voi e il vecchio... B. Udite, a poca festa Adoperate anco voi pochi moccoli.
Definiz: § LXVIII. Bisogna far la festa quando ricorre il Santo. –
V. Santo.
Definiz: § LXIX. Chi impresta, tempesta, e chi accatta fa la festa. –
V. Accattare, § XII.
Definiz: § LXX. Chi non vuole la festa, levi l'alloro. –
V. Alloro, § VII.
Definiz: § LXXI. Chi va alla festa e non è invitato, torna a casa sconsolato. Proverbio di chiara significazione.
Definiz: § LXXII. Fatta la festa e corso il palio; maniera proverbiale, per dire Che è fatta e finita una cosa.
Definiz: § LXXIII. Fatta la festa, gabbato il santo. –
V. Gabbare.
Definiz: § LXXIV. Fatte le feste, non si trova chi spicchi gli arazzi; maniera proverbiale che significa, Passata la occasione, non ci sogliamo più prender pensiero di alcuna cosa. –
Esempio: Grazz. Comm. 314: Io ti dissi che gli voleva innanzi: tu non debbi sapere che, fatto le feste, non si trova chi spicchi gli arazzi!
Definiz: § LXXV. I matti fanno le feste, e i savi le godono. Proverbio usato con chi spende del proprio per far godere gli altri.
Definiz: § LXXVI. La necessità non ha festa. –
V. Necessità.
Definiz: § LXXVII. Le feste si conoscono al levar delle tende, dicesi proverbialm., per significare Che dalla fine si giudicano le cose. –
Esempio: Pulc. L. Son. 4: Conosconsi le feste Al levar delle tende.
Definiz: § LXXVIII. Tutti i giorni non è festa, od Ogni dì, non è festa: maniera proverbiale; e significa Che non sempre vanno le cose secondo il nostro desiderio, ovvero Non sempre un lavoro ci riesce bene. –
Esempio: Grazz. Comm. 235: Ogni dì non è festa.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 116: Tutti son bravi a lavorar di mano; Ma quando siamo a lavorar di testa, Carine mie, non tutti i giorni è festa.